martedì 22 novembre 2016

Riflessioni e bozzetti











Il piacere di lavorare con la matita è impagabile, superiore ad un altro strumento. C'è qualcosa di innocente nella sua essenza. E' proprio nella sua semplicità che si esprime al massimo. Mi vengono in mente certi disegni preparatori di Klimt, ed è sorprendente scoprire come la matrice di un pittore così sofisticato siano flebili linee quasi affogate nel mare di carta che lo circonda. Tuttavia il "segno" è in netto contrasto con la "macchia" della tecnica pittorica. Il disegno ritrova la sua spazialità nella sua assenza, nel vuoto che a sua volta si fa complice del segno. Le pagine che vedete sotto sono tratte da uno dei miei taccuini da campo, eseguite nelle domeniche estive, negli imbarcaderi di Venezia o nelle sale d'attesa… in quei luoghi dove regna il vuoto e il tempo che si spende inutile si trasforma in preziose idee per lavori futuri.

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